Come farsi ubbidire dai figli adolescenti

di Ben Messina

come farsi ubbidire dai figli adolescenti

Vostro figlio adolescente ha spesso un atteggiamento “ostile”? Non porta a compimento i compiti che gli date? Sembra che non abbia rispetto di voi?

Se questo è il vostro problema e volete farvi ubbidire, mi permetto di porvi subito una domanda: vi siete mai soffermati ad analizzare il vostro atteggiamento nei suoi confronti?

Rifletteteci attentamente e provate a darvi una risposta (potete farlo anche commentando questo articolo) perché si tratta di un punto fondamentale per spiegare il suo comportamento.

“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria” non è solo il terzo principio della dinamica, ma anche una legge valida nei rapporti umani. Dobbiamo ricordarci che ogni nostra azione è un messaggio, verbale e non verbale, al quale i nostri figli sono particolarmente ricettivi.

Perché un figlio adolescente disubbidisce?

Quindi, perché i figli adolescenti disubbidiscono? Iniziamo a rispondere con le dovute premesse: ogni caso è unico, così come ogni persona e ogni figlio (viva Dio).

Tuttavia, esistono delle dinamiche che si ripetono: i ragazzi possono essere portati a disobbedire non per sfida ma, all’opposto, come reazione difensiva a un nostro comportamento che ha provocato in loro sofferenza.

Questo comportamento è il risultato non solo del contenuto ma anche – e soprattutto – del tono delle nostre parole. Ed è importante ricordarlo per non cadere in trappole che possono compromettere il rapporto con i figli adolescenti, come il pregiudizio irremovibile e l’atteggiamento intimidatorio.

Come farsi ubbidire dai figli adolescenti Parte 1: evitare il pregiudizio irremovibile

Spieghiamolo con un esempio concreto. Se da adolescente mia madre mi diceva “Non fai mai nulla in questa casa” trovavo questa frase profondamente ingiusta, in quanto generalizzava troppo il contesto e non teneva in considerazione gli sforzi e le azioni che avevo, mio malgrado, compiuto in passato per assecondarla.

A causa di ciò, ero portato a considerare inutile ogni sforzo per migliorare, perché sentivo un pregiudizio irremovibile nei miei confronti. Come reazione, finivo per comportarmi come lei pensava che io già facessi – cioè male  perché sentivo che qualunque cambiamento avessi fatto non sarebbe stato tenuto in considerazione.

Se aggiungiamo un ordine a questa frase: “Devi pulire quelle tazze, non fai mai nulla in questa casa!”, vediamo come si tratti sempre di una frase disfunzionale, poiché non si limita a fare riferimento al fatto in questione (la tazza sporca) ma va oltre, tirando in ballo un passato non bene identificato, e un fatto (il disinteresse) puramente ipotetico e, guarda caso, pregiudiziale.

Come farsi ubbidire dai figli adolescenti Parte 2: evitare l’atteggiamento intimidatorio

Se, inoltre, la frase “devi pulire quelle tazze, non fai mai nulla in questa casa!” è pronunciata con tono aspro e accusatorio ed un atteggiamento intimidatorio, è chiaro come il ragazzo possa sentirsi sminuito sia come figlio sia come persona.

Egli sarà portato a non rispettare l’ordine “Devi pulire quelle tazze” perché, se lo facesse, legittimerebbe anche il pregiudizio “Te ne freghi di questa casa!”, oltre che l’atteggiamento intimidatorio con cui gli è stato impartito e le sensazioni negative che ha ricevuto. 

E’ da qui che nasce la sua ribellione, perché egli sa che di non meritare un simile trattamento.

Come farsi ubbidire da un figlio adolescente: conclusioni

Esiste quindi un modo per farsi ubbidire da un figlio adolescente?

Magari esistesse una formula magica… tuttavia, seguendo queste 3 semplici regole vedrete dei miglioramenti.

1) Richiamate vostro figlio riportando solo l’incontestabile fatto in questione (esempio: “Non hai pulito le tazze”).

2) Non utilizzate un (inutile e dannoso) atteggiamento intimidatorio da gestapo. Dite la vostra con calma e decisione e utilizzate una frase che non inasprisca i toni, ad esempio: “Come mai non hai fatto le tazze questa volta? Lavoro tutto il giorno, per cui ho davvero bisogno della tua collaborazione”.

3) Sforzatevi di riconoscere i progressi e gli sforzi di vostro figlio, anche i più piccoli. Vedrete che apprezzerà tantissimo e consoliderete il vostro rapporto di fiducia.

4) Fate attenzione a non sminuire continuamente vostro figlio ricordandogli le sue “mancanze”, soprattutto davanti agli estranei.

5) Create un clima di collaborazione e di rispetto. Dando rispetto riceverai rispetto, e tuo figlio sarà autonomamente portato a collaborare. Proprio come in un team aziendale dove non ci sono dipendenti ma collaboratori, l’ubbidienza sarà spontanea e non imposta, perché entrambe le parti remeranno nella stessa direzione.

Per approfondire leggi Figli adolescenti: 3 mosse per essere un genitore migliore

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