Gli ambiti di intervento del Counseling

di Valentina Sambrotta

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Sempre più frequentemente si sente parlare di counseling, ma che cos’è veramente? Qual è la sua storia e quali i suoi ambiti di applicazione? Vediamolo insieme!

Breve storia del counseling

La nascita del counseling è piuttosto recente anche se, con nomi diversi, è sempre esistito, nonostante in precedenza avesse una matrice di stampo filantropico.

Solo a partire dal 1930 si possono ritrovare definizioni strutturate: “il colloquio è il mezzo attraverso il quale il cliente viene messo in grado di porsi di fronte al proprio problema e ancora “il colloquio è un’intercomunicazione in cui si crea un ponte tra chi assiste e chi è assistito, che fa si che queste due personalità diventino un noi, producendo una sensazione di solidarietà affettiva.

E’ stato però negli anni Cinquanta, con Carl Rogers, padre della psicologia umanistica, che il counseling ha acquisito le caratteristiche che oggi gli sono proprie di approccio “non direttivo”, o centrato sul cliente. Una relazione, cioè, nella quale il “cliente” decide di farsi aiutare da un operatore, il “counselor”, ma senza mai abbandonare la propria libertà o la responsabilità nella soluzione delle sue difficoltà.

Il counseling oggi

Secondo l’attuale definizione dell’Associazione Britannica di Counseling (BAC) il counseling consiste “nell’abilitare il cliente a prendere una decisione riguardo a scelte, problemi di carattere personale o difficoltà speciali che lo riguardano direttamente” e si realizza “quando una persona , il counselor, offre tempo, attenzione e rispetto a un’altra persona, il cliente. Compito del counseling è dare al cliente l’opportunità di esplorare modi di vivere più fruttuosi e miranti ad un più elevato stato di benessere”.

Gli ambiti di intervento del counseling

Ma veniamo agli ambiti di intervento e alle relative tipologie di counseling che ne fanno parte. Ne distinguiamo 4 principali:

  • Ambito individuale, che si sostanzia in un intervento preventivo di aiuto per chi (adulto o minore) vive una situazione di momentaneo disagio o malessere. Questo si può svolgere mediante rapporto vis-à-vis, in uno studio, ma anche attraverso contatto telefonico – realtà sempre più presente in servizi di counseling telefonico come Telefono azzurro, Telefono amico e Telefono rosa – o persino in rete, grazie a tecnologie come Skype che permettono il counseling online.

    Per approfondire il counseling online leggi: Il counseling

  • Ambito comunitario ossia il counseling psicopedagogico indirizzato alla scuola e alla formazione, in cui gli operatori gestiscono, oltre alla loro materia, dinamiche di gruppo e rapporti interpersonali; il counseling di comunità, identificabile in ogni contesto sociale in cui la presenza di un facilitatore nella comunicazione può rappresentare un importante valore aggiunto, e il counseling spirituale, a sostegno di crisi di risveglio spirituale, per lo più affrontato da chi opera in campo religioso.
  • Ambito lavorativo, cui fanno parte il counseling aziendale, che individua le aree problematiche e avvia delle procedure di soluzione, e il career counseling, il quale lavora sulla globalità della persona che si avvia a una scelta di carriera.
  • Ambito socio-sanitario dove si colloca il counseling  psicologico, riservato esclusivamente agli psicologi, il counseling medico, che sottolinea l’importanza della comunicazione tra medico e paziente, e il counseling di accompagnamento alla morte.

Un accenno meritano anche il counseling criminologico e il counseling vittimologico.

Il counseling criminologico permette all’operatore di aiutare l’utente a compiere dei cambiamenti nella propria biografia di vita e maturare nuove abilità e competenze. Propone un innovativo modello di intervento che, se utilizzato in équipe, dà la possibilità di verificare, attraverso degli indicatori, l’effettivo cambiamento della traiettoria di vita dell’autore di reato.

Il counseling vittimologico attraverso una specifica preparazione in campo socio-vittimologico del counselor, aiuta a cercare soluzioni a particolari problemi di natura non psicopatologica, a gestire crisi, a migliorare relazioni, a sviluppare opportunità e a promuovere ed accrescere la consapevolezza personale.

Ambiti futuri del counseling

Altri ambiti di applicazione del counseling, ancora poco noti e utilizzati in Italia, sono quelli delle situazioni di emergenza: tentativi di suicidio, sequestro di ostaggi, calamità naturali o accidentali, guerre.

In questi ambiti la preparazione specifica di un counselor può fare la differenza, e sarà sicuramente terreno di crescita futuro per la nostra professione.

A chi può essere d’aiuto il counseling?

Il counseling, quindi, può essere di supporto in tutte quelle situazioni in cui l’ascolto attivo, l’empatia, la comunicazione positiva e l’accoglienza possono rivelarsi strumenti utili per ri-vedere insieme al cliente i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue necessità e affrontare il cambiamento all’interno della sua situazione esistenziale.

Leggi anche: Come sconfiggere la paura di scegliere

Il counseling è più di una professione!

La mia storia mi ha aiutato a comprendere la differenza e l’importanza di tre livelli diversi del sapere che preparano alla professione: sapere, saper fare e saper essere.

“Sapere”, riguarda la conoscenza teorica, il quadro di riferimento in cui inserire il proprio operare. Una buona conoscenza del paradigma di riferimento, nonché della specifica metodologia della scuola scelta è fondamentale per poter svolgere accuratamente il proprio lavoro.

“Saper fare” è la pratica: gestione delle dinamiche interpersonali, rispecchiamento e accoglienza delle emozioni, lettura del linguaggio corporeo, gestione delle proiezioni – proprie e dell’interlocutore.

“Saper essere” è il punto più delicato, riguarda la capacità del counselor di “esserci nella relazione”.

Durante il percorso di studi mi soffermai sul terzo punto, immaginando cosa potesse significare, ma all’epoca aveva ancora un sapore decisamente teorico. Non sapevo quanto sarebbe stato importante conoscere bene me stessa, per poter comprendere anche l’altro; avere nei miei confronti, tutti quegli atteggiamenti che avrei utilizzato con i miei clienti: empatia, accettazione, ascolto, rispetto.

Non potevo immaginare che la relazione con il cliente mi avrebbe insegnato ad essere profondamente me stessa, autentica in tutte le mie dimensioni: corporea, emotiva, spirituale, intellettiva. E soprattutto non pensavo, che proprio questo, mi avrebbe portato a dire, non faccio la counselor ma sono una counselor! Ora lo so. E non solo lo so ma lo sento.

Il counseling è quindi un meraviglioso percorso di scoperta, per il cliente ma anche per il counselor!

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