
Il counseling è una disciplina sempre più conosciuta e in rapido sviluppo nel mondo, e il nostro paese non fa eccezione.
Tuttavia, non è semplice trovare fonti attendibili e chiare a riguardo, specialmente in riferimento al counseling on line.
In questa pagina proverò a fornirti un quadro sintetico, ma completo, sul counseling, per permetterti di capire se questa disciplina possa essere utile a te o alle persone a cui vuoi bene.
1. UNA DEFINIZIONE DI COUNSELING
Il Counseling è un’attività di sostegno che promuove il benessere degli individui attraverso il sostegno delle loro potenzialità. Questo permette di trovare, o ritrovare, la forza di cambiare per contrastare situazioni percepite come difficili e vivere a pieno la vita.
Alla base del counseling vi è la ferma convinzione che ogni essere umano è il maggior esperto di se stesso, il portatore di tutto il potenziale necessario per affrontare e risolvere i propri problemi, e il principale protagonista del proprio sviluppo personale.
2. DIFFERENZE CON LA PSICOTERAPIA
Il counseling si occupa di tutti i disagi derivati da cause oggettive esterne di natura non patologica, mentre la psicoterapia ha competenza nei disagi patologici interni alla persona, ma può non trovare riscontro in specifiche problematiche esterne che siano fonti di difficoltà.
La formazione e l’esperienza del counselor sono focalizzate sul cliente e non sulla patologia, e ciò rende questa disciplina efficace nei problemi del quotidiano, come l’ansia e lo stress, le problematiche adolescenziali e i rapporti di coppia.
3. I PRINCIPALI BENEFICI DEL COUNSELING
- Acquisire consapevolezza sul proprio mondo interiore.
Non esiste soluzione ai problemi se prima non sappiamo cosa vogliamo realmente.
- Passare da un’impostazione fatalista a una positiva.
Dal non vedere una via d’uscita (e non provare nemmeno a trovarla) al lavorare per trovare una soluzione.
- Eliminare le idee “parassite” e vivere a pieno la vita.
Ad esempio l’idea del fallimento o la convinzione che debbano sempre essere gli altri a cambiare.
- Arricchirsi delle conoscenze del counselor per considerare nuove possibilità e scelte.
Ciò permetterà al cliente di avere maggior risorse con cui affrontare il futuro.
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4. A CHI E’ ADATTO IL COUNSELING?
Il Counseling è adatto a chiunque abbia problemi non patologici legati a cause esterne: ansia, difficoltà lavorative, genitoriali o matrimoniali, paura d’imminenti cambiamenti, ecc.
Chi si rivolge ad un counselor non verrà definito “paziente” ma “cliente, poiché non vi è nessuna patologia da curare. Il cliente sa di non essere malato, ma di avere una difficoltà esterna e oggettiva da superare.
Il cliente nel counseling non necessita di un tecnico esperto in patologia, o di un dispensatore di saggezza. Ha bisogno di una persona per confrontarsi, che ascolti empaticamente (e senza giudicare) le sue richieste e sappia rimandargliele semplificate, così che possa ricostruirle e dargli un significato autentico.
5. CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DI UN BUON COUNSELOR
- Capacità di identificare i problemi del cliente, di ricercare le soluzioni e creare un clima di fiducia e cooperazione
- Sapersi adeguare (pacing) allo stato mentale del cliente ed astenersi in ogni modo dal dare giudizi su intenzioni, bisogni o problemi del cliente.
- Bravura nel tradurre le descrizioni generiche del cliente – ad esempio “nessuno mi ascolta”, “sono depresso”, “sono senza via di uscita”, “tutti mi odiano”, “sono troppo ansioso”– in elementi oggettivi di cui il disagio si compone, in modo da lavorarci col cliente.
- Integrità professionale: se ritiene che il cliente necessita di supporto psichiatrico, ha l’obbligo di indirizzarlo al professionista più adeguato. Per tale motivo, l’attività di counseling è considerata da molti esperti anche un’importante attività preventiva.
6. IL COUNSELING ONLINE: LIMITE O OPPORTUNITÀ?
Con il Counseling Online le distanze sono annullate e un numero sempre maggiore di persone può accedere ai benefici di una seduta di counseling nel comfort di casa propria.
NON ESSERE NELLA STESSA STANZA È UN LIMITE?
Nelle sedute di counseling on line, il rapporto vis a vis cliente-counselor non viene a mancare ma è riscritto.
Parlare attraverso uno schermo non comporta necessariamente uno svantaggio e, soprattutto, non inficia la capacità del counseling di apportare benefici concreti.
Le nuove tecnologie di video chiamata, Skype in particolare, permettono di rapportarsi col cliente come se fosse nella stessa stanza.
La mancanza di contatto diretto, così come l’opportunità di utilizzo dell’anonimato, sono un’importante opportunità per le tante persone che, per timidezza, sfiducia o altro, tendono a rifiutare un aiuto.
La validità del counseling online è stata attestata già dagli albori di internet con la chat. In un articolo del 2006 sul counseling on line, Roberto Scarselli riporta uno studio del 1994 in cui fu rilevata una correlazione positiva fra il numero di ore che ciascun partecipante trascorreva nelle attività on line di supporto e il grado d’incidenza che l’attività stessa aveva sul loro programma di recupero.
7. LE 5 REGOLE D’ORO DEL COUNSELOR ONLINE
Per offrire ai propri clienti un colloquio online realmente professionale, ogni counselor deve osservare 5 regole d’oro:
- Rispettare i temi proposti e gli orari stabiliti con il cliente;
- Usare un linguaggio semplice, sintetico e non ridondante;
- Evitare le prediche, le retoriche e i giudizi;
- Incoraggiare il cliente a osservare i suoi successi e i suoi lati positivi;
- Avere un’aspettativa razionale.
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8. Il COUNSELING IN ITALIA
Secondo la definizione data da Wikipedia, il counseling in Italia è “una professione non organizzata, ovvero priva di una legge istitutiva e di un ordine professionale. A seguito del varo da parte del parlamento della legge 14 gennaio 2013, n. 4, in materia di professioni non organizzate il counseling è stato inserito tra le professioni intellettuali per esercitare le quali non è necessario seguire alcun iter specifico.”
Al fine di tutelare i clienti e assicurare un adeguato livello di professionalità, sono state istituite delle associazioni di categoria. Le principali sono il CNCP, AssoCounseling, SICo , Asscouns e AICo. Queste si occupano, principalmente, di tracciare i principi deontologici della professione e di curare la formazione dei counselor. In generale, il percorso per diventare counselor ha una durata di 3 anni, prevede un esame finale e una tesi e porta al conseguimento di un diploma di master.
A seconda delle associazioni di appartenenza, sono previsti corsi e seminari di aggiornamento post master, da seguire obbligatoriamente nel corso degli anni e che, attraverso l’acquisizione di crediti, permettono un costante aggiornamento dei counselor sulle tematiche attinenti la professione. Il CNCP, l’associazione di categoria di cui faccio parte, prevede, ad esempio, l’acquisizione obbligatoria di 60 crediti nel corso di 3 anni.
E’ essenziale che il counselor faccia parte di una di queste categorie, poiché essendo una professione riconosciuta ma non organizzata, è possibile trovare molti sedicenti counselor senza titoli ne competenze.
Verificate sempre che il counselor abbia un diploma di master e lo abbia conseguito presso un ente certificato. Nel mio caso il Centro Studi “Sergio De Risio”, associazione certificata dal CNCP.