TREDICI: la serie su suicidio e bullismo ha un messaggio per i genitori
di Ben Messina
Tredici è la serie Netflix del momento che, tra acclamazioni e polemiche, ha contribuito a riaccendere l’attenzione dei media sulla tematica estremamente delicata del suicidio adolescenziale.
La serie è incentrata sulla storia di una ragazza diciassettenne, Hannah Baker, che dopo continue delusioni, bullismo e violenze subite, decide di togliersi la vita. Prima di farlo, incide 7 nastri dedicandoli alle 13 persone che ritiene responsabili della sua scelta.
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Il messaggio di TREDICI ai genitori
Hannah non registra un messaggio per i propri genitori e non li incolpa mai direttamente. Tuttavia, nel corso dei nastri, verrà fuori il proprio senso di inadeguatezza per non essere, a suo avviso, come loro desidererebbero.
Aldilà della fiction, e delle estreme conseguenze del suicidio, c’è uno spunto molto interessante per i genitori che guarderanno la serie: è fondamentale smettere di giudicare continuamente i propri figli e dare loro quanta più fiducia possibile.
L’inutilità di essere un perenne sceriffo
Spesso, infatti, si pensa che “bacchettare” i propri figli per ogni sbaglio o leggerezza sia un modo per temprarli ed evitare che facciano gli stessi errori commessi alla loro età, preparandoli alle insidie di una vita che non da seconde possibilità.
Ogni genitore ha ben chiaro che basterebbe essere indulgenti e dire sempre di sì per diventare gli “eroi” dei propri figli, mentre mantenere una maschera da sceriffo è difficile e costa tanto amore e fatica.
Tuttavia, non è assolutamente scontato che i ragazzi riescano a cogliere le buone intenzioni dei genitori, e l’eccessiva inflessibilità può portare a conseguenze negative.
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Le conseguenze negative dell’inflessibilità
Un continuo rimprovero per le azioni anche più banali, può portare ad un tracollo dell’autostima del ragazzo e ad una chiusura in sé stesso, con il rischio che possa crearsi un mondo tutto suo, un mondo dove non vi è permesso entrare.
I problemi da affrontare durante l’adolescenza sono tanti, e pragmaticamente aiuta molto di più un “credo in te”, o un “puoi farcela”piuttosto che un “devi fare così”.
Per un ragazzo, ricevere sostegno e fiducia dai propri genitori è fondamentale e bisogna farlo non soltanto in modo “silente” ma concreto, dandogli attenzione, esternandoglielo con le parole e bandendo frasi negative come “sei sempre il solito”, “come devo fare con te” o “togliti, tu non sei capace, lo faccio io”, quest’ultima frutto di chi scavalca il proprio figlio risolvendo al posto suo i problemi (questo atteggiamento scorretto verrà approfondito in un post a parte).
Con ciò, non intendo affermare che i genitori debbano solo incoraggiare: la critica è necessaria ed è anch’essa un fattore determinante per la crescita dei ragazzi, ma essa deve sempre essere costruttiva.
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Le critiche, per essere utili, devono essere costruttive
Una critica è costruttiva quando è sempre circoscritta all’evento che è accaduto e non fa mai riferimento a fatti pregressi e alle capacità di chi ha commesso l’azione. Questo vale per gli adulti e, in maniera ancora maggiore, quando si ha a che fare con i ragazzi.
Tornando ad Hannah, in una delle cassette scopriamo che ha perso dei soldi che le erano stati affidati dai genitori. Una perdita particolarmente importante dato il momento di crisi finanziaria vissuto dalla famiglia.
La reazione dei Baker è stata errata, poiché più che concentrarsi sul fatto in esame, hanno generalizzato, facendo riferimento alla presunta incapacità di Hannah di prendersi cura delle sue cose, con il risultato di sminuirla, facendola sentire una buona, a nulla e abbassando la sua già precaria autostima.
Come fare critiche costruttive ai propri figli
- Mostrarsi calmi e non alzare i toni. Questo eviterà che la discussione degeneri in lite e darete a vostro figlio un valido esempio di come si intavola una discussione costruttiva: un esempio che gli servirà per la vita.
- Usare frasi circostanziali come: “questa volta mi hai deluso”, “in questo caso hai sbagliato perché…”, “in questo caso sei stato sbadato” invece di “sei sempre una delusione”, “sbagli sempre”, “sei il solito sbadato”.
- Ascoltare CON ATTENZIONE la versione di vostro figlio. Sarà importante non interrompere il suo racconto con giudizi o commenti.
- Spiegare, con chiarezza, in cosa è consistito l’errore e cosa avrebbe dovuto fare al fine di evitare il problema.
- Dimostrare fiducia in vostro figlio, con frasi del tipo: “sono certo che hai imparato”, “la prossima volta sarai in grado di gestire la situazione”, “stai facendo progressi e la prossima volta andrà meglio”.
In questo modo il focus della discussione sarà spostato sul problema in esame e non sulla personalità del ragazzo, senza rischiare di sminuirlo e scuoterlo dalle fondamenta.
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Pur nella critica, sarà un modo di dargli fiducia e riconoscerlo come una persona con margini di miglioramento. Ciò verrà percepito positivamente dal ragazzo, e i motivi per scappare e isolarsi diminuiranno, perché saprà che sarete in grado di comprenderlo e di lavorare insieme per trovare una soluzione.
Capirà che non siete lì solo per criticarlo e cambiarlo ma volete essere per lui un valido sostegno. Non penserà “tanto come faccio sbaglio” perché avrà fiducia nelle vostre capacità di giudizio e saprà che siete in grado di riconoscere non solo il cattivo ma anche il buono che c’è in lui e i suoi sforzi per migliorarsi.
Si sentirà stimato, la sua autostima ne gioverà e, fidatevi, anche il vostro rapporto.
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