Verbalizzazione: una tecnica di ascolto per attivare il cambiamento

di Ben Messina

verbalizzazione e ascolto attivo

La verbalizzazione è uno degli strumenti più utili a disposizione di noi counselor per aiutare il cliente nel suo percorso di risoluzione dei problemi e di cambiamento.

Grazie ad esso il counselor ha la possibilità di comprendere sia le esigenze del cliente sia, soprattutto, le sue emozioni, e partire da esse per aiutarlo ad aiutarsi.

Come la verbalizzazione aiuta il cliente

Una corretta verbalizzazione permette al cliente di facilitare il processo di auto esplorazione, così che possa comprendere a pieno le proprie emozioni e il significato delle proprie esperienze.

Esso favorisce anche una migliore gestione dei sentimenti in presenza di emozioni forti, evitando interferenze col suo “essere presente”.

In altre parole, il cliente potrà distinguere meglio le proprie emozioni, ed esprimerle direttamente.

I 3 tipi di verbalizzazione

Esistono tre tipi di verbalizzazione: sinonimi, antinomia e optativo.

1) Sinonimi. Il counselor usa i sinonimi per esprimere lo stato emozionale manifestato dal cliente: per esempio, a una moglie che dichiara di non sentirsi presa in considerazione dal marito, il counselor potrebbe rispondere: “sente di non essere stimata da suo marito come vorrebbe”. Questa risposta permetterà di favorire una reazione positiva, poiché la donna si sentirà compresa e, inoltre, scongiurerà il rischio di gravi verbalizzazioni interpretative durante la seduta.

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2) Antinomia. Si usa per verbalizzare lo stato opposto a quello espresso dal cliente: per esempio, a un cliente che afferma di essere scontento del proprio lavoro, il counselor potrebbe rispondere “non si sente soddisfatto del lavoro che svolge”. In questo modo, si rende tangibile lo stato emozionale mancante, e il cliente può rilevare la propria assenza di soddisfazione.

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3) Verbalizzazione optativa. Il counselor comunica al cliente lo stato emozionale che ha manifestato solo in parte, in modo da metterlo di fronte a ciò che egli realmente prova. Ad esempio, se il cliente ha un esame che riferisce di temere particolarmente e di non voler sostenere, il counselor potrebbe dire: “vorrebbe avere già superato questo esame cui pensa tanto”.

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Le 5 fasi della verbalizzazione

La verbalizzazione consta di cinque fasi:

1) Il counselor individua le “parole chiave” utilizzate dal cliente per esprimere i propri sentimenti;

2) Il counselor presterà attenzione al comportamento non verbale del cliente, soprattutto al suo tono di voce e alla sua espressione facciale;

3) Il counselor dovrà trovare le parole giuste per descrivere sia la qualità delle emozioni del cliente, sia i vari gradi d’intensità;

4) Il counselor individuerà il contesto, o la situazione, cui i sentimenti del cliente fanno riferimento;

5) Avviene la verbalizzazione vera e propria: l’unico modo per verificare l’utilità delle parole, e dei concetti, per il cliente.

L’ascolto attivo, così come altre tecniche di counseling, richiede metodo e professionalità.

Va da se, quindi, l’importanza di affidarsi solo a counselor qualificati, e cioè con un percorso di studi (verificato) di almeno tre anni e appartenenti ad una associazione di counseling certificata. 

Per approfondire il counseling leggi Il Counseling e Gli ambiti di intervento del Counseling e se hai bisogno di un counselor non esitare a Contattarmi senza impegno.

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